mercoledì 23 marzo 2011

IO, FRANCO, Manuel Vàzquez Montalban, Frassinelli Editore

Francisco Franco Bahamonde, un dittatore mediocre?
Sicuramente spietato, quando al termine di una feroce guerra civile, costata milioni di morti, non si fece scrupolo di eliminare comunisti, sindacalisti, ebrei.




E anche nel romanzo dello spagnolo, Franco si sdoppia. Da un lato il narratore lo incalza e sotto sotto ride di lui: quasi fosse un Franco più adulto e più responsabile, spogliato di quel grigiore burocratico che fu la forza del generale supercattolico. Ma di fronte al narratore che giudica spunta lui, cioè Io: Io Franco come «Yo el Rey», Io il Re, che è sempre stato il simbolo del potere spagnolo. E questo Franco pagina dopo pagina (e le pagine sono più di 600!) si rivela figlio di una Spagna tradizonale e conformista, venuto da El Ferrol galiziana che vide fanatismi e difese della dignità patria in un mare assediato dall'ambizione inglese: mitico bastione fondamentale della marina spagnola. Il Franco descritto magistralmente da Montalbán cresce in un ambiente codino, dalla religiosità rigorosa ma mediocre, con una moralità scolastica, «al servizio della patria e del bene comune». Crede nella triade mistica: Dio, patria, re. Il suo orizzonte non va al di là delle tre giubbe e dei quattro pantaloni del corredo militare.
                       da un articolo di GUIDO GEROSA, IL GIORNO, 24/10/1993

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