domenica 10 aprile 2011

MEMORIE ITALIANE DI TUNISIA, MEMOIRES ITALIENNES DE TUNISIE, a cura di Silvia Finzi, AMBASCIATA D' ITALIA, ISTITUTO DI CULTURA , l' Imprimerie Finzi,Tunisi 2000, ISBN - ISS 330 7654

 
Spett.le
Redazione de Il Corriere di Tunisi

Solo qualche giorno fa, per puro caso, ho comprato su una bancarella di fortuna un grande libro con una copertina verde, di quelli che non si stampano quasi più,
MEMORIE ITALIANE DI TUNISIA. MEMOIRES ITALIENNES DE TUNISIE.
Appena ho cominciato a sfogliarlo ho capito di aver comprato non solo un libro ma una parte della storia d' Italia che non conoscevo affatto e che nessuno, ancora oggi che ve ne sarebbe urgentissimo motivo, sembra intenzionato a divulgare.
 La durezza e la bellezza della nostra emigrazione in Tunisia, il lavoro e la cultura, l' interazione con la società locale, le varie istituzioni create dalla vostra  ( posso dire nostra?) comunità mi sono sembrate una cosa , non vorrei esagerare, meravigliosa al confronto con le meschinerie e le grette furberie dei nostri politicanti.


 Un saluti e auguri di buon lavoro
--
Alessandro              




"E' un fatto ormai universalmente conosciuto che i poveri emigranti nostri connazionali che arrivano in Tunisi per cercare lavoro, o gli altri poveri lavoratori che si trovano sprovvisti di un tetto, sono costretti prendere alloggio in certe piccole locande, veri tuguri, ove mediante una retribuzione abbastanza onerosa, in rapporto ai limitatissimi mezzi di cui possono disporre, sono albergati in locali mancanti assolutamente delle più semplici precauzioni di nettezza ed igiene."

( dalla lettera dei dott. Calò e Funaro di richiesta di contribuzione per la fondazione dell' Asilo Notturno per gli emigranti italiani in Tunisia, 1914)

Il logo della FINZI EDITORE , in Tunisia dal 1829


Giulio Finzi si trasferì da Livorno a Tunisi dopo il fallimento dei moti carbonari del 1820‑1821 a cui partecipò. Assieme al giovane Finzi sbarcarono nella Reggenza di Tunisi altri profughi provenienti da vari  Sta­ti  italiani i quali furono accolti benevolmente dall’Autorità  beylicale.  Ebbe­ro un ruolo importante nella modernizzazione dello Stato tunisino, in quanto avevano una formazione laico‑democratica. Contribuirono attiva­mente alla creazione di infrastrutture (tipografie, ospedali, banche, scuole laiche e militari) e, nonostante si trovassero a volte in contraddizione con le Autorità, poiché considerati di matrice «eccessivamente liberale», furo­no nell’insieme incoraggiati a stabilirsi in modo definitivo in Tunisia.
La famiglia Finzi, anche dopo la proclamazione dell’Unità d’Italia, continuò a risiedere in Tunisia.
Giulio Finzi era rilegatore di professione. Nel 1829 allargò la sua at­tività ed apri la prima tipografia privata in Tunisia. La tipografia, che ebbe riconoscimento ufficiale solo nel 1879, si trovava inizialmente nel­la Medina, nel quartiere detto «franco», ed aveva sede in un lato del Pa­lazzo Gnecco (celebre per essere stata la sede della sezione di Tunisi della Giovane Italia di Giuseppe Mazzini che si costituì dopo gli anni 1830‑1831, ed inoltre perché ospitò nel 1838 Giuseppe Garibaldi). Dopo l’avvento del protettorato francese e l’allestimento della cosiddetta «città europea», la tipografia Finzi si spostò nella «città nuova» sita in Rue de Russie dove ha sede tutt’oggi.
Nel 1956, con l’indipendenza della Tunisia, i Finzi ottennero final­mente l’autorizzazione a pubblicare un giornale allora settimanale, Il Corriere di Tunisi, autorizzazione non concessa in anni precedenti dalle Autorità francesi che all’indomani della seconda guerra mondiale aveva­no vietato ogni forma di pubblicazione in lingua italiana, chiuso le scuole ed impedito ogni forma di vita assocíativa italiana.
Il Corriere di Tunisi dal marzo del 1956 non ha mai interrotto le sue pubblicazioni sebbene con la riduzione della collettività sia diventato oggi bi‑mensile. Il primo direttore fu Giuseppe Finzi, oggi suo figlio Elia prosegue, coadiuvato dalla figlia, la sua opera.

Il logo de" Finzi Usines Graphiques",
Oltre ai lavori di stampa, la Famiglia Finzi (Elia e la moglie Lea, i figli Claudio e Silvia) è stata ideatrice con l’Ambasciata d’Italia di un progetto di recupero della memoria italiana in Tunisia attraverso l’edi­zione di libri che trattano alcuni temi tra i più significativi della storia della collettività (si ricorda l’ultimo volume «Mestieri e professioni degli Italiani di Tunisia».
Dal 2001 Elia Finzi ed il figlio Claudio, hanno aperto nella zona industriale di Tunisi (Ksar Saïd), una nuova ti­pografia, «Finzi Usines Graphiques», a scala più industriale e maggior­mente corrispondente alle ultime innovazioni tecnologiche.
La tipografia Finzi si è mantenuta grazie allo sforzo costante di mo­dernizzazione e di spirito inventivo che di generazione in generazione ha sempre saputo mantenersi vivo.
                               dal sito del ilcorriereditunisi.it

Una presenza quella italiana”, racconta la studiosa italo-tunisina Marinette Pendola, “è databile alla fine del XVI secolo, costituita da ebrei sefarditi provenienti da Livorno. Nei secoli successivi la presenza degli italiani è via via cresciuta fino a diventare fra Otto e Novecento la più importante comunità straniera dal punto di vista numerico. Gli italiani emigrati alla ricerca di un lavoro furono capaci di dotarsi si strutture sociali di notevole importanza: vennero fondate scuole, ospedali, giornali, in lingua italiana, senza alcun aiuto dalla madrepatria. Ma fu anche elaborata, nel corso degli anni, una cultura che seppe accogliere e far proprie istanze provenienti da altre culture presenti sul territorio, i cui esempi più immediati si colgono nella lingua e nell’alimentazione”. La comunità italiana contribuì a modernizzare l’apparato produttivo ed economico del paese d’accoglienza; ne modificò il paesaggio acquisendo campi all’agricoltura e fondando piccole aziende che diedero un notevole impulso al settore, con nuovi prodotti come quelli vinicoli. Costruì di fatto tutte le infrastrutture di cui il paese aveva bisogno. Attraverso la diffusione di un numero notevole di periodici, prima da parte degli esuli risorgimentali e poi di quelli antifascisti, introdusse anche nuovi ideali sociali e politici.

  dal sito http://www.improntalaquila.org
                        


 ma vedi anche:   http://www.aracneeditrice.it/

Nel video

Suk al Grana (italiani di Tunisia) - سوق الجرانة

    di Federico Ferrone, Akram Adoini / Tunisia
durata: 4':37''
produzione: Ribat Production
anno di produzione: 2008
..., le testimonianze di queste persone e di altri intellettuali (arabi, italiani o francesi), che hanno studiato la stoira degli italiani di Tunisia, il documentario racconta la storia di una comunità che non solo fa parte della storia del paese, ma che offre un esempio di tolleranza e di armonia tra le due rive del Mediterraneo.  

2 commenti:

  1. Vedi tes, di cosa sono capaci i Livornesi?

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  2. Non avevo dubbi, avendo conosciuto tempo fa una livornese...
    Comunque il post continuerà a breve, con altre informazioni, non perdertelo.

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